Thursday 6 December 2018

Le "2-foci" del Sele - NOV2018

RINGRAZIAMENTI
Ringrazio il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e Roberto Guido autore della guida la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (edizioni  Ediciclo) sia per essere stati sin dall'inizio punti di riferimento essenziali nella preparazione del viaggio sia per quanto riportato in buona parte in questa parte introduttiva del racconto del mio viaggio.


L’intuizione della concreta fattibilità di poter utilizzare l’acqua del Sele per cercare di risolvere la grave carenza d’acqua in terra di Puglia risale all’inizio del secolo scorso (1906) quando si decise di avviare la costruzione di una grandiosa opera in grado di invertire il senso del fiume facendolo andare verso l’Adriatico anziché verso il Tirreno. In realtà il fiume continua tuttora la sua corsa verso il Tirreno anche se le sue sorgenti principali dette “della Sanità” localizzate nel Comune di Caposele in provincia di Avellino, vengono quasi del tutto incanalate per alimentare appunto l’Acquedotto Pugliese fino ad arrivare a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce. 
Il progetto della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è un percorso cicloturistico di circa 500 km che segue il tracciato di due condotte storiche dell’acquedotto: il Canale Principale, da Caposele (AV) a Villa Castelli (BR), che in soli nove anni (1906-1915) riuscì a far arrivare l’acqua a Bari ed il Grande Sifone Leccese, che dal punto terminale del primo giunge fino a Santa Maria di Leuca (LE), dove l’infrastruttura è celebrata con una cascata monumentale realizzata nel 1939. 
Si tratta di un “itinerario narrativo” unico nel suo genere che attraversa tre regioni del Mezzogiorno (Campania, Basilicata e Puglia), mettendo in collegamento alcuni dei luoghi più affascinanti ed ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpinia, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Terra d’Arneo ed entroterra del Salento

The “2-mouths” of Sele river
The feasibility intuition to use the water of Sele river in the attempt of trying to solve the dramatic lack of drinking water in the South of Italy Apulia Region dates back to the beginning of the past century (1906) when at a certain point it was decided to start the construction of a grandiose waterworks capable to reverse the sense of the river flow making it ending up to the Adriatic instead of the Tyrrhenian sea.
In the reality, yet nowadays, the river still continues its natural run towards the Tyrrhenian even though its main sources located in the Municipality of Caposele in the Province of Avellino are almost completely diverted to feed the Apulian Aqueduct down to Santa Maria di Leuca located at the bottom tip of the “heel” in the province of Lecce.
The project of the cycle path of the Apulian Aqueduct is a 500 km long cycle route that follows the route of the two main historic Aqueduct branches: the Principal Canal from Caposele to Villa Castelli in the Province of Brindisi that in only nine years spent for its construction (1906- 1915) managed to get the water till Bari and the Lecce Great Siphon that from the end point of the first waterworks could reach Santa Maria di Leuca where the infrastructure is celebrated with a monumental waterfall built in 1939. This is a unique "narrative itinerary" that crosses three regions of Southern Italy (Campania, Basilicata and Puglia), linking some of the most fascinating and little-valued places on the peninsula: Alta Irpinia, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d'Itria, Terra d'Arneo and the hinterland of Salento.
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Per motivi logistici il mio viaggio in bicicletta propriamente detto è partito da Lecce proseguendo poi lungo la costa fino al punto terminale dell’Acquedotto (Santa Maria di Leuca). Di qui risalendo tutta la Ciclovia con qualche inevitabile variante in corso d'opera a causa del forte maltempo sono arrivato a Caposele dove ho potuto visitare le sorgenti del Sele.
Da lì avrei voluto arrivare a Paestum dove si trovano le vere foci del fiume ma il mio viaggio, sempre per il maltempo che nella seconda parte del viaggio non mi ha proprio dato pace, si è purtroppo fermato a Battipaglia ... ad una decina di km da Paestum !!  


  I numeri del viaggio    11 gg    676 km    6861 m+   

  • 08 Novembre 2018: Milano - Lecce (FlixBus)
  • 09 Novembre 2018: Lecce
  • 10 Novembre 2018: Lecce - Santa Maria di Leuca, 98km/H+674m
  • 11 Novembre 2018: Santa Maria di Leuca - Nardò, 82km/H+593m
  • 12 Novembre 2018: Nardò - Manduria, 64km/H+232m 
  • 13 Novembre 2018: Manduria – Locorotondo, 77km/H+854m 
  • 14 Novembre 2018: Locorotondo – Gioia del Colle, 62km/H+634m
  • 15 Novembre 2018: Gioia del Colle – Gravina in Puglia, 57km/H+536m
  • 16 Novembre 2018: Gravina in Puglia - Venosa, 67km/H+615
  • 17 Novembre 2018: Venosa – Atella, 28km/H+609m
  • 18 Novembre 2018: Atella - Calitri, 38km/H+674m
  • 19 Novembre 2018: Calitri-Caposele, 41km/H+785m 
  • 20 Novembre 2018: Caposele - Battipaglia, 62km/H+655m




08 Novembre 2018: qui sotto la partenza da Milano per Lecce con FlixBus
09 Novembre 2018: per le strade di Lecce

10 NOVEMBRE 2018: Lecce - Santa Maria di Leuca, 98km/H+674m
[LITORALE SALENTINO]
Esco da Lecce senza particolari problemi e soprattutto positivamente impressionato per aver trovato il centro cittadino decisamente più curato e pulito rispetto a qualche anno fa.
E' un nuvoloso sabato mattina di metà autunno e la via che porta al mare, piuttosto anonima, è fortunatamente con scarsissimo traffico. Arrivo a Torre dell'Orso sul litorale sud poco prima di mezzogiorno, da qui proseguo per Santa Maria di Leuca seguendo la bella litoranea dove, nonostante sia sabato, non c'è alcun traffico. A parte, purtroppo, cinque o sei motociclisti, totalmente fuori di testa, che la percorrono decine di volte nei due sensi passandomi ogni volta a pochi centimetri a più di 200 km/h !!! 
Accipicchia, non ricordavo che per Santa Maria di Leuca ci fossero così tante salite, certo niente di particolare, ma improvvisamente mi rendo conto che le giornate si sono terribilmente accorciate e già alle quattro del pomeriggio le ombre si allungano e da lì a poco fa già buio.







11 NOVEMBRE 2018: Santa Maria di Leuca - Nardò, 82km/H+593m
[ENTROTERRA SALENTINO]























Parto dal centro di Santa Maria di Leuca e dopo una breve salita arrivo alla Cascata Monumentale realizzata nel 1939 per celebrare l'arrivo dell'acqua del Sele fin quaggiù.  Purtroppo dalla cascata non scende una sola goccia d'acqua, qualcuno pazientemente mi spiega che il serbatoio a monte viene parzialmente vuotato secondo esigenze più tecniche che scenografiche e in certe ricorrenze!!!
Durante la giornata ho perlopiù seguito la traccia anche se viaggiando al contrario ho dovuto adottare qualche trucco e piccole improvvisazioni. 
Per due tratti ho dovuto lasciare il tracciato optando per qualche breve tratto di provinciale, una volta sono tornato indietro, Bosco di Cardigliano (?) dal momento che il percorso finiva contro un cancello chiuso ... ma il gps mi ha salvato !!
Splendida prima tappa, dall'inizio alla fine in mezzo agli uliveti.





12 NOVEMBRE 2018: Nardò - Manduria, 64km/H+232m
[ARNEO]


Un amico mi tiene compagnia
"Utile et umile et pretiosa et casta", Nardò: Fontana del Toro, da qui sgorga l'acqua del Sele da quando l'8 dicembre 1930 fu inaugurata per celebrare l'arrivo dell'Acquedotto Pugliese
La bella piazza di Nardò
Nardò, il Castello


Castello di Avetrana: il complesso fortificato è conosciuto come “Il Torrione”, dalla torre quadrata, probabilmente di età federiciana, che costituì il principale caposaldo del sistema difensivo, su cui poi si costruirono le successive strutture di fortificazione e poi la cinta muraria della città. Oltre alla torre quadrata l’edificio è caratterizzato da una torre tonda d’angolo, una torretta bassa e quadrata di incerta funzione, e una cortina interposta tra torre tonda e torretta. Al di sotto si sviluppano numerosi ambienti ipogei, soprattutto trappeti, depositi e granai.
Manduria: Palazzo Imperiali-Filotico, costruito nel 1717 sui ruderi del castello medievale e concepito come residenza principesca da don Michele III Imperiali in un importante piano di rinnovamento urbanistico della città.



13 NOVEMBRE 2018: Manduria – Locorotondo, 77km/H+854m
[VALLE D'ITRIA]























Grottaglie, la fontana
Il suggestivo passaggio a lato della centrale idroelettrica di Villa Castelli che
sfrutta il dislivello di circa 120 metri esistente tra la camera di carico di Montefellone e la camera smorzatrice di Contrada Battaglia
Un momento di relax tra trulli apparentemente abbandonati
L' arrivo a Locorotondo

14 NOVEMBRE 2018: Locorotondo – Gioia del Colle, 62km/H+634m
[VALLE D'ITRIA]


Il ponte canale Monte Tondo
Oggi nel bel tratto compreso tra Locorotondo e Alberobello sono purtroppo incappato in due cancelli ermeticamente chiusi, non ho potuto far altro che tirare giù tutto il bagaglio e passare la bici dall'altra parte.

15 NOVEMBRE 2018: Gioia del Colle – Gravina in Puglia, 57km/H+536m
[MURGE]























Partendo da Gioia del Colle oggi mi sono concesso una specie di “fuoriprogramma” lasciando da parte il tracciato ufficiale della Ciclovia (che fortunatamente non è una ferrovia!) preferendo così passare dapprima per Altamura per vedere di persona il maestoso Palazzo dell’Acquedotto (1930) di cui non ne sapevo l'esistenza e che visto dall’esterno appare come un normalissimo palazzo mentre al suo interno accoglie un serbatoio pensile della capacità di ben 625 mc.
Nel fuoriprogramma non potevo poi certo disattendere le preziose raccomandazioni di un caro amico e visitare così Gravina in Puglia e la sua suggestiva “gravina”. E sì Michele, avevi proprio ragione, la “tua Gravina” questa deviazione se l’è proprio meritata!!

Altamura, il maestoso Palazzo dell’Acquedotto (1930) 
16 NOVEMBRE 2018: Gravina in Puglia - Venosa, 67km/H+615
[MURGE]























Dopo il "fuoriprogramma" di ieri da Gioia del Colle a Gravina passando per Altamura, oggi il rientro sulla Ciclovia all'altezza di Venosa partendo da Gravina percorrendo strade a traffico praticamente nullo. A parte una freddissima pioggia a metà mattinata non sono mancati scenari e spunti di assoluto interesse.


Venosa: il castello di Pirro del Balzo, erroneamente detto 'aragonese
17 NOVEMBRE 2018: Venosa – Atella, 28km/H+609m
[VULTURE MELFESE]























Venosa-Atella: tragitto breve ma impegnativo, soprattutto per la pioggia e il freddo. I generatori eolici piazzati un po’ qua e là sui crinali delle montagne che portano al Vulture girano pigramente, molti anzi sono proprio fermi!! Il traffico è pressoché inesistente, tutt’attorno c’è molto silenzio e solo il rumore di qualche trattore e un leggero vento mi accompagnano per tutto il percorso. Non ho fretta ed ho tutto il tempo, e la voglia, per guardarmi d’attorno e farmi così conquistare da un paesaggio che ormai volge decisamente all’inverno.

18 NOVEMBRE 2018: Atella - Calitri, 38km/H+674m
[VULTURE MELFESE]























Dopo una colazione piuttosto essenziale al bar del Corso parto da Atella sotto una pioggia fine ma insistente. D’altronde già ieri sera un ultimo sguardo al meteo mi aveva fatto ben capire come sarebbe stata la giornata di oggi. Mi sento comunque tranquillo, dalla mia parte ho tutte le tracce, rivelatesi sempre molto affidabili, e la preziosa guida di Roberto Guido che consulto sempre prima di affrontare la tappa del giorno dopo. In effetti la tappa di oggi aveva tutti i numeri per essere il “piatto forte” di questa parte della ciclovia ma purtroppo già alla prima sbarra dopo un paio di tornanti uscendo da Atella mi sono visto costretto ad introdurre alcune varianti in corso d’opera; al di là della sbarra infatti non vedo altro che sterpaglia piuttosto alta ed un fondo decisamente poco invitante che, con la pioggia, non lasciava presagire niente di buono. Ho dunque preferito tirare dritto ed arrivare così a Ruvo del Monte seguendo la provinciale SP219, assolutamente deserta forse solo perché domenica. Da Ruvo del Monte in poi ho seguito il tracciato della ciclovia attraversando boschi di querce che sotto la pioggia mi hanno fatto rivivere splendidi e mai dimenticati tratti della Carretera Austral. Insomma una giornata in cui sono andato avanti un po’ a suon di gps, un po’ guardando le frecce … un po’ a naso. E’ vero, non è andata come avrei voluto ma a volte, soprattutto se si viaggia da soli, un po’ di prudenza non guasta.

19 NOVEMBRE 2018: Calitri-Caposele, 41km/H+785m
[ALTA IRPINIA]

Riparto da Calitri piuttosto presto, fa freddo e piove a dirotto.
Al termine della lunga discesa partendo dalla piazza del centro, poco prima del ponte sull'Ofanto, passo davanti alla bella stazione di sollevamento, oggi purtroppo (almeno così sembra) completamente abbandonata.
Passato il ponte imbocco la statale SS401 che, nonostante sia classificata "statale", si presenterà completamente deserta dall'inizio alla fine.
Da Sant'Andrea di Conza in poi è la volta di un'altra statale, la SS7, ora non più frequentata ma nota sin dall'antichità con il nobile nome di Via Appia
L'impianto di sollevamento all'uscita di Calitri
L'arrivo a Caposele: partito nove giorni fa da Santa Maria di Leuca oggi sono finalmente arrivato a Caposele dove si trovano le sorgenti del fiume Sele, punto di partenza della Ciclovia dell' Acquedotto Pugliese


Le sorgenti del Sele a Caposele: qui  sopra gli organi di manovra (anno di costruzione 1909) che comandano le paratie mobili preposte a suddividere le acque del Sele destinate a sfociare nel Tirreno da quelle "dirottate" verso il lungo percorso dell' Acquedotto Pugliese, una visita da non perdere !!!





















































20 NOVEMBRE 2018: Caposele - Battipaglia, 62km/H+655m
VERSO LA FOCE DEL SELE A SUD DI PAESTUM]

La notte a Caposele è stata una di quelle che non si dimenticano facilmente: pioggia, forti raffiche di vento, lampi e tuoni a non finire. Prima di andare a dormire avevo guardato per l'ultima volta le previsioni del tempo. ALLERTA ARANCIONE in tutta la zona, alto rischio idrogeologico ovunque!!! 
Parto abbastanza preoccupato, tra l'altro ora non ho più neppure la traccia!
Il problema più grosso comunque, almeno nella mattinata, più che la pioggia si rivelano essere le strade da evitare: la SS91 in particolare, strada a scorrimento veloce, e l'A3 ovvero la Salerno-Reggio Calabria!! 
Andando un po' a naso e un po affidandomi al gps percorro comunque strade di montagna deserte e veramente molto belle. Avvicinandomi ad Eboli il meteo però precipita, inizia a piovere molto forte e sulla strada comincia a scorrere acqua accompagnata da sassi. La cosa non mi piace affatto!!
Arrivo a Battipaglia nel primo pomeriggio dove decido di fermarmi ... il mio viaggio termina qui.

La strada per Battipaglia passa ripetutamente sopra il Sele



CONCLUSIONI
Il viaggio da me soprannominato "le 2-foci del Sele", per la quasi totalità costruito attorno la traccia della Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese, percorso al contrario e avendo come meta finale Paestum, soprattutto per via delle pessime condizioni atmosferiche si è dovuto fermare come scritto sopra a Battipaglia.
Il viaggio lungo la “Ciclovia” anche se con alcune deviazioni, più o meno cercate, è stato comunque sempre bello, stimolante e con un finale francamente commovente: ho visto con i miei occhi il punto esatto dove una parte delle acque del Sele se ne va verso il Tirreno e dove l’altra parte segue il suo lungo percorso verso Santa Maria di Leuca.
Sono convinto che la “sostanza” del percorso sia di alto livello sia sotto il profilo storico che naturalistico e ciclistico. Il mare azzurro, gli uliveti, i muretti a secco, le montagne, le sorgenti, i centri incontrati, piccoli ma sempre ricchi di arte e storia.
Il percorso merita in assoluto di essere “coltivato”, può attrarre a mio avviso una quantità rilevante di turisti, dodici mesi all’anno, senz’altro molto di più che altri percorsi a lungo chilometraggio esistenti o in fase studio/realizzazione nel nostro Paese.
Non posso però non menzionare il grave problema delle numerose discariche abusive disseminate lungo buona parte del percorso, problema probabilmente ben più rilevante del laborioso e talora articolato percorso ad ostacoli rappresentato dai rapporti con AQP, dell’accessibilità delle strade di servizio e della loro messa in sicurezza.
La mia non è una critica specifica a questa ciclovia; credo si tratti infatti di una piaga nazionale che, escludendo le aree di confine al nord, diventa man mano che si scende sempre più pesante portandosi dietro oltre che un drammatico problema ambientale anche un enorme ostacolo proprio a quello sviluppo cicloturistico e turismo ecosostenibile che si vorrebbero promuovere.

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