Monday, 28 February 2011

Patagonia: "Due Oceani e la Cordillera"

Due Oceani e la Cordillera: 
viaggio nelle regioni patagoniche di Cile e Argentina

    Le tappe    

  • 29 Gennaio 2011 : Puerto Montt-Ancud (Chiloè), 104km, 650m
  • 30 Gennaio 2011 : Ancud-Castro, 90km, 750m
  • 31 Gennaio 2011 : Castro-Chonchi-Quellon, 93km, 1200m
  • 1,2 Febbraio 2011: Quellon-Raul Marin Balmaceda-La Junta, 82km, 560m
  • 03 Febbraio 2011 : La Junta-Villa Santa Lucia, 73km, 850m
  • 04 Febbraio 2011 : Villa S.ta Lucia-Futaleufù, 78km, 1100m
  • 05 Febbraio 2011 : Futaleufù-Esquel, 85km, 600m
  • 06 Febbraio 2011 : Esquel-Tecka, 97km, 500m
  • 07 Febbraio 2011 : Tecka-Pampa de Agnia, 112km, 700m
  • 08 Febbraio 2011 : Pampa de Agnia-Los Altares, 113km, 350m
  • 09 Febbraio 2011 : Los Altares-Las Plumas, 110km, 150h
  • 10 Febbraio 2011 : Las Plumas-Digue Florindo Ameghino, 89km, 390m
  • 11 Febbraio 2011 : F.Ameghino-Dovolan, 94km, 320m
  • 12 Febbraio 2011 : Dovolan-Trelew, 50km
  • 13 Febbraio 2011 : Trelew-Rawson-Playa Union-ecc., 100km
  • 14-22 Febbraio 2011… in giro per Trelew, Comodoro e Buenos Aires

    Giorni pedalati 16    

    Km pedalati 1370    
________________________________________________________________

Due Oceani e la Cordillera” (sottotitolato “Il ritorno a Comodoro Rivadavia trent’anni dopo”) è stato in effetti un viaggio dalla brevissima gestazione, solo in parte (almeno per quanto mi riguarda) condizionato da alcuni disguidi sorti alla partenza, forzatamente ridimensionato nel tratto Bariloche-Puerto Montt,  concluso con quattro giorni “fuori programma” nella fase finale a Buenos Aires.
Il sottotitolo, ovvero “Il ritorno a Comodoro Rivadavia trent’anni dopo”, non è uno scherzo come qualcuno potrebbe giustamente pensare. E’ certamente un aspetto decisamente personale, questo lo so, ma non posso non menzionarlo dal momento che il ritorno in quella città sulla costa atlantica della provincia argentina del Chubut, per i più una città insignificante se non addirittura orribile, è stato invece di fatto e per me il fattore determinante e motivante dell'intero viaggio.
Di questa nuova avventura ne avevamo parlato durante l’ultimo nostro viaggio in Corsica nel maggio scorso.
E’ bastato dapprima l’entusiasmo di Olmes, lui collaudato viaggiatore ciclopatagonico di lungo corso, poi la grande voglia del dolomitico Claudio sempre pronto a cimentarsi con percorsi nuovi, meglio ancora se in salita, a me è bastato sentir parlare di Oceani e Ande e, forse ancor di più e soprattutto, il poter portare a compimento un mio vecchio desiderio … tornare cioè a rivedere alcuni posti di quell’ orribile Comodoro dove poco più di trent’anni prima era iniziata la mia (molto) turbolenta “avventura” lavorativa!!

Qui sotto una foto di allora quando, come tutte le mattine, passava a prenderci il “micro” per portarci allo Schlumberger Training Center di Comodoro.





Qui sotto invece una vecchia conoscenza, ora gelosamente conservata al Museo del Petrolio di Comodoro Rivadavia



























IL PERCORSO







































I PARTECIPANTI























24-28 Gennaio 2011
E’ un avvio di viaggio decisamente complicato.
Solo poche ore prima della partenza telefona Olmes e ci avvisa che , causa un improvviso e alquanto grave problema familiare, non gli è più possibile partire alla data concordata e che eventualmente ci avrebbe fatto sapere più avanti. Un po’ sorpresi, io e Claudio però decidiamo di partire ugualmente, preoccupati tra l’altro del fatto che ora ci ritroviamo con una sola tenda, non adatta a due persone.
Senza però perdere tempo rivediamo un po’ il programma ma la cosa si presenta tutt’altro che semplice. Partiamo da Linate in orario, poi coincidenza a Madrid e finalmente arrivo a Buenos Aires.
Qui, seconda sorpresa: uno dei bagagli di Claudio, quello con tutto l’equipaggiamento … semplicemente non arriva!!! E qui cominciano i casini: per farla breve non ci resta che sostare a Buenos Aires con la speranza che la cosa si sblocchi quanto prima. Dopo due giorni ancora niente.
Cominciamo allora ad andare per negozi di articoli sportivi di Buenos Aires … ma come si fa a reintegrare tutte quelle piccole cose preparate con tanta cura e passione nei mesi precedenti la partenza!!!
Nel frattempo chiama Olmes, dice di riuscire a prendere un volo per Santiago e ci aspetta a Puerto Montt il 28 o 29 sera, alla stazione dei pullman alle ore 18:00 (… speriamo!!!).
Veramente non sappiamo più cosa fare. Claudio non se la sente di partire senza le sue cose e io che faccio???
Ad un certo punto decido. E’ il 26 gennaio … sì, decido di prendere un pullman per Bariloche.
L’uscita dalle infinite periferie di Buenos Aires pare non finisca mai. Poi, sono circa le quattro del pomeriggio del 26, il panorama comincia a cambiare e diviene man mano sempre più verde: stiamo per lasciare la provincia di Buenos Aires per entrare nella provincia de La Pampa. La strada scorre stretta e rettilinea. Distese di verde senza orizzonte, qualche sgangherato cantiere stradale, aree di sosta polverosissime e semidesertiche, pascoli e campi senza confine. Il pullman è molto comodo, ho optato per la versione “coche cama”, solo fino a Bariloche il viaggio dura più di 20 ore, 1650 km, pasti serviti a bordo, durante le rare soste perlopiù per controlli di polizia o per caricare acqua è proibito scendere!
Arrivato a Bariloche, cerco disperatamente di entrare in contatto con Olmes (che, da quello che avevo capito, avrebbe dovuto trovarsi da qualche parte in Cile!!) e con Claudio, lui sempre a Buenos Aires disperatamente in attesa che qualcuno gli riconsegnasse il bagaglio.
Purtroppo un’altra complicazione rende alquanto difficile il contatto tra noi tre: tutti i rispettivi cellulari, sia TIM che Vodafone, manifestano limitazioni oggettive nel roaming internazionale, ovvero nella comunicazione tra Argentina e Cile passando per il prefisso internazionale +39 … insomma, per dirla più chiaramente, semplicemente non funzionano !!!
Il giorno successivo prendo il pullman per Puerto Montt, il percorso è veramente stupendo; appena superato il lago Rupanco sulla sinistra, neppure troppo in lontananza, scorgo,  elegante e fantasticamente innevato, il vulcano Osorno.
Arrivato a Puerto Montt mi sistemo in una stanza in un residencial non molto distante dalla stazione dei pullman. Jenny, la capetta di questo residencial si fa veramente in quattro e mi mette a disposizione l’intero cortile per procedere al montaggio della bici. Alle 18:00 torno al terminal dei pullman per vedere, con pochissima convinzione, se si fa vivo Olmes. Ecco, scorgo la sua bici … poi lui … mi sembra tutto un miracolo, quando lo vedo è come se avessi visto la Madonna di Fatima!!!  Ci abbracciamo, sembra che non ci vediamo da un secolo, ci raccontiamo un po’ del più e del meno e decidiamo di provare a metterci in contatto via internet con Claudio … tanto per capire che cosa dobbiamo fare.
Dopo qualche tentativo riusciamo a stabilire il contatto; purtroppo ci conferma che il bagaglio non è più arrivato e che, per non perdere tempo, si è nel frattempo iscritto ad un corso di tango. Semmai il problema del bagaglio si dovesse risolvere, ci raggiungerà a Esquel.
Io e Olmes, nostro malgrado e molto dispiaciuti per quanto accaduto, decidiamo di partire.

29 Gennaio-02 Febbraio 2011
Il viaggio prosegue attraverso l’isola di Chiloè. Il nostro obiettivo è arrivare tassativamente a Quellon per martedì 1 febbraio, la nave della Naviera Austral (el barcazo Don Baldo) che fa servizio tra Quellon e Raul Marin Balmaceda (sul continente) fa infatti tappa lì una sola volta la settimana !!!
Lasciamo Puerto Montt la mattina del 29 molto presto.
Puerto Montt non è quella schifezza che le guide descrivono, diciamo che è molto colorata, confusa, rumorosa, ruspante … insomma è il Cile di lì … punto e a capo !!
Percorriamo il tratto Puerto Montt-Pargua (dove si prende la nave per Chiloè) lungo l’ R5.
La strada è molto trafficata ma relativamente sicura con un’ampia striscia laterale asfaltata.
Non è un bel percorso ma consente di dare uno sguardo su tutte quelle cose brutte che le guide non dicono e che fanno rigorosamente parte delle “cose da non vedere”: niente di più niente di meno di quelle tante piccole e grandi attività industriali&agricole su cui si basa l’economia di un’ intera regione.
Sul tratto Chacao-Ancud (Chiloè) lungo l’ R5 risulta esserci molto meno traffico che sul tratto precedente ma appare al tempo stesso più pericoloso per via della carreggiata più stretta e senza corsia laterale.
Ancud sembra una cittadina da far-west in riva ad un Pacifico da sogno; chi vive qui ha la fortuna di essere in un posto splendido … uno di quei posti che da noi sarebbe già stato probabilmente invaso da palazzoni e case di vacanza. Ottima la mangiata di pesce a El Congrio.
L’attraversamento in verticale di Chiloè prosegue spedito; si passa la cittadina di Castro e si segue l’R5 in direzione di Quellon con un’unica concessione/deviazione in corrispondenza di Chonchi.
I pochi tratti di litorale visti in corrispondenza delle cittadine attraversate non appaiono particolarmente invitanti; con la bassa marea il lungomare si presenta infatti sempre limaccioso e con abbondanti rifiuti sparsi ovunque.
E’ il 31 gennaio quando, finalmente, riesco a mettermi  in contatto con Claudio. Dopo la bellezza di una settimana ha finalmente recuperato il bagaglio a Buenos Aires ed ora, sperando che vada tutto bene, mi fa sapere che dovremmo riuscire a ricongiungerci a Esquel.
Nel frattempo con Olmes il viaggio prosegue.
L’arrivo a Quellon avviene con un forte vento contrario e, non so perché, … senza particolari entusiasmi.
Domani 1 Febbraio, nel tardo pomeriggio e tempo permettendo, dovremmo riuscire a prendere “el barcazo don Baldo” che dovrebbe riportarci sulla terra ferma all’altezza di Raul Marin Balmaceda.
Di lì risalendo per uno sterrato di 70-80 km lungo il rio Palena, dovremmo arrivare a La Junta e qui riprendere la Carretera Austral in direzione Yelcho/Futaleufù.
Devo dire che il viaggio è stato finora piuttosto tranquillo, poco meno di 300 km per un totale di 2600 m di dislivello attraverso un percorso piacevole anche se abbastanza monotono. Molto verde, una strada piuttosto trafficata ma mai veramente pericolosa (un’infinità di camion per il trasporto del salmone), una certa atmosfera di miseria diffusa un pò ovunque, rifiuti abbandonati in abbondanza (… proprio come sulla Paullese… non molto distante da casa mia !!), cani assatanati che occasionalmente ti inseguono come se volessero sbranarti (…però se li ignori ho visto che non ti fan niente !!!).
Molti pick-up e fuoristrada di grossa cilindrata con una benzina che costa oltre 700 pesos cileni ( …. praticamente come da noi, insomma una pazzia !!!)

Qui sotto qualche immagine del percorso lungo l’isola di Chiloè:







Per le strade di Castro



L’arrivo a Quellon e poi l'imbarco per la terraferma


L’imbarco da Quellon avviene in orario: sono le ore 18:00 del 1 Febbraio 2011.
Dopo dieci ore di navigazione arriviamo a Raul Marin Balmaceda, sull’estuario del Rio Palena.
Date le pessime condizioni del tempo, l’attracco del barcazo don Baldo non è stato possibile e si sono dovute trasferire bici e bagagli su una barca di appoggio che ha affiancato la nave. Momenti francamente allucinanti, la barca andava su e giù per più di un metro, buio totale, pioggia e vento inauditi !!!
Arrivati in prossimità della rampa in cemento del molo d’attracco di Balmaceda ci hanno aiutato a scaricare tutto a due metri dall’acqua e nell’oscurità più totale. Non riuscivo assolutamente a capire e riconoscere i pezzi del bagaglio.  Erano esattamente le 03:45 del 2 Febbraio.
Con l’aiuto di una pila e, soprattutto, con tanta buona volontà, una volta rimontate le borse, ci incamminiamo su per una stradina in cui si sprofondava nella sabbia (e nell’acqua). Dopo circa un chilometro vediamo la sagoma di una persona … era Johnatan, un ragazzo cileno conosciuto sulla nave.
Forse perché un pò impietosito, ci invita a casa sua e qui, accesa la stufa, ci mette prima a disposizione un paio di asciugamani e poi ci prepara un buon caffè (…o meglio nescafè !!).
Fuori continua a piovere a dirotto.
Dopo una notte passata totalmente “in bianco “ , alle sette decidiamo di ripartire.
Il tratto che seguirà sarà il più bel tratto fatto in bicicletta non solo in questo viaggio ma il più bello che io abbia mai fatto.
Settantasei km di sterrato lungo il Rio Palena, tutto, dall’inizio alla fine, sotto una pioggia battente.
Settantasei km di assoluta, totale e inaudita bellezza.
Settantasei km senza incontrare assolutamente nessuno …!!!
Si tratta della strada X-12, da quel che mi dice Olmes, completata solo un anno fa.
Arriviamo a La Junta nel tardo pomeriggio e qui, di dovere, il nostro primo saluto alla Carretera Austral.

Qui sotto qualche foto:

le concitate operazioni d’imbarco durante un terribile nubifragio ( … quasi naufragio!!!)







Qui inizia la X-12, sono le 07:00 del 2 Febbraio: …. “è il paradiso terrestre !!!”








L’attraversamento del Rio Palena

L’arrivo a La Junta lungo la Carretera Austral

... pedalando lungo la Carretera Austral



03-12 Febbraio 2011
Il percorso segue lungo la Carretera fino a Trevelin e poi Esquel.
Il paesaggio è sempre verdissimo; cascate e torrenti ovunque, tutti ad alimentare il Rio Palena prima e il Rio Futaleufù poi.
Giunti ad Esquel sabato 5 febbraio, come concordato, ci incontriamo nel tardo pomeriggio alla stazione dei pullman con Claudio … reduce dalla disavventura del “bagaglio perduto”.
Di fatto nell’aria non c’è un gran entusiasmo … lui poi (Claudio) non sapeva ancora cosa l’attendeva: … ebbene sì, l’aspettava il tratto Esquel-Trelew, praticamente una settimana di pressoché assoluto, tutto uguale e noiosissimo deserto !!!
Lasciata Esquel ci dirigiamo ad Est lungo l’R40 prima e l’R25 poi.
Da Esquel a Trelew il paesaggio è semidesertico, sei tappe di 100-115 km con in mezzo il nulla più assoluto!!
Avevamo tanto sognato il mitico vento dell’Ovest che però, purtroppo, non s’è mai fatto sentire (RIPETO: MAI!!!).
In compenso approssimandoci a Los Altares e poi ancora di più a Las Plumas comincia a farsi sentire sempre di più il vento atlantico che, guarda caso, ci soffia con sempre maggiore cattiveria esattamente di fronte.
Per il caldo (38°C reali) e il vento, gli ultimi 200 km diventano un incubo che mai avrei potuto immaginare !!!
In certi momenti ho seriamente pensato al peggio.
Gli elementi degni di nota su questo ultimo lungo tratto sono praticamente inesistenti.
Anche il tanto sognato Rio Chubut, la sua verde valle, l’ombra, l’acqua … e tutte quelle belle cose lì , semplicemente inesistenti.
E’, ci dicono, un’estate terribile: è tutto secco e, per l’altissima temperatura già alle undici del mattino, siamo costretti per ben quattro notti a partire alle tre/tre e mezza del mattino.
Tecka, Pampa de Agnia, Paso dos Indios, Los Altares, Las Plumas   ... più belli da nominare ... che da pedalare!!!
Il 12 febbraio, finalmente, arriviamo a Trelew (a 25 km da Playa Union).
Qui prendiamo alloggio e facciamo una specie di quartier generale in un piccolo albergo del centro.
Da questo momento in poi ognuno si organizza e si programma come meglio crede.

L’arrivo sul lago Yelcho, è l’alba del 4 Febbraio 2011
In direzione di Trevelin

























In direzione di Trevelin: Olmes contro il gigante






























Formazioni rocciose in prossimità di Los Altares
























Le giornate si fanno sempre più infuocate … e, per ben quattro notti, siamo costretti a partire alle tre del mattino !!!!

Lungo la Ruta 25: Esquel, Tecka, Paso dos Indios, Los Altares, Las Plumas, Digue Florentino Ameghino, Dovolan, Gaiman









E’ il 12 febbraio, è il tanto sospirato arrivo a Trelew !!!

13-15 Febbraio 2011: il ritorno a Comodoro Rivadavia.
Gli ultimi 650 km tra Esquel e Trelew lungo l’RN25 hanno innegabilmente lasciato il segno, … e così questa volta decido di proseguire per Comodoro Rivadavia lungo l’RN3 utilizzando un pullman!!!
Mai scelta fu più azzeccata!!!
Il tratto della dorsale atlantica che attraversa in verticale tutta la provincia argentina del Chubut è un’interminabile strada asfaltata di poco meno 350 km in mezzo al nulla più assoluto.
Passo la deviazione per Punta Tombo, nei giorni successivi vi sarei tornato con un “viaggio organizzato” per visitare la più grande colonia di pinguini di tutto il Sudamerica.
Nei primi 150-200 km la strada è stretta ma con ai lati due strisce larghe poco meno di un metro che mi avrebbero consentito un transito in bicicletta relativamente sicuro.
Gli ultimi 100-150 km diventano però, inspiegabilmente, molto più stretti e sconnessi ed io, che nel pullman mi ero seduto in prima fila al piano rialzato, all’incrociare i numerosissimi camion provenienti in senso opposto non posso far altro che trattenere il fiato!!!
L’arrivo a Comodoro avviene sotto un sole cocente e con raffiche di vento che sollevano polvere, sabbia, oggetti d’ogni genere e immondizie varie.
Sono un po’ emozionato e a piedi parto per il centro per cercare un alloggio. 
Mi fermo all’ Hospedaje Belgrano, una stanza da far pietà, 150 pesos!!!
“Comodoro trent’anni dopo!!!”: brutta allora … brutta oggi; sembra che il petrolio qui abbia soprattutto fatto crescere le attività commerciali, il business legato alle multinazionali e … Rada Tilly, rinomata ma vomitevole area balneare … così oggi così come allora.
Nuovi e lussuosi alberghi, negozi del centro fin troppo sfarzosi, qualche bel ristorante … e poi la solita straripante periferia fatta di case, casette e catapecchie varie.
Percorro per intero la San Martin, la Rivadavia, la Belgrano e, ovviamente, la mitica Calle Sarmiento.
Mi fermo al civico 1735, faccio fatica a riconoscerla … ma dev’essere proprio lei, la casa intendo!!!
Lungo tutte le strade cani randagi un po’ dappertutto ma anche qui, come a Chiloè, ho visto che se li ignori … anche loro sembra facciano finta di niente!!
Torno in centro, mi fermo in un bar e mi concedo una birra.
Uscendo noto un gruppo di ragazzotti intenti a giocare come degli scalmanati su degli skate; accostata ad un marciapiede noto una splendida Ford Falcon verde classe ‘72.
Sembra proprio quella che ci era stata data in dotazione nell’ormai lontano 1979. Il proprietario è proprio uno di quegli scalmanati. Gli chiedo se mi ci posso sedere e, magari, avere l’onore di una foto ricordo. Poi, tutti insieme, mi fanno come una specie di festa e ci salutiamo amichevolmente.

Verso Comodoro Rivadavia, poco più di 350 km con in mezzo il niente !! Qui sotto il tratto più bello …


L’arrivo a Comodoro, è il 15.02.2011 … e c’è pure il mare !!!



Un richiamo irresistibile: io a bordo di una fiammante Ford Falcon classe ‘72

Propaganda di ieri !!






















 ... e politica di oggi !!

Qui a Comodoro, come in tutto il resto del Paese, verità ancora ben lungi dal venire a galla !!

Ricordi ed amarezze di una guerra recente, in pratica fatta per niente !!

Comodoro: macchine di ieri …

… e macchine di oggi
L’aneddoto di Nero
La tappa Tecka-Paso dos Indios ci riserva una sorpresa. Preoccupati della sua lunghezza senza alcun tipo di rifornimento lungo il percorso (più di 165km) riusciamo a sapere, ma la cosa è tutt’altro che certa, che dopo un centinaio di km, in località Pampa de Agnia, ci sarebbe dovuta/potuta essere una stazione di servizio abbandonata dove avremmo eventualmente potuto campeggiare.

All’arrivo scopriamo invece che la stazione non è affatto abbandonata, c’è un piccolo bar gestito dal mitico Nero che ci offre la possibilità di bere qualche bibita e pure rinfrescarci.



Pampa de Agnia: mi fermo per fare il pieno alla stazione di servizio (fantasma !) gestita da Nero



Nero, come mi racconta lui, vive in questa stazione da ormai trent’anni ma da più di dieci anni la stazione è fuori servizio. Ci dice che è proprietà del governo che, vista la sua antieconomicità, ha deciso di chiuderla.

Nero, lui sui 40-45 anni è sposato con una ragazzina (almeno così sembra e almeno così dice lui !!). Dice che non paga alcun affitto e che per guadagnare qualcosa due volte la settimana va con la sua Ford Falcon a vendere frutta in un minuscolo paesino a circa un’ottantina di km da lì.

Per la cronaca, in tutto il pomeriggio non s’è fermato nessuno !!!

L’acqua è prelevata da un pozzo con una pompa sommersa alimentata da un generatore diesel.

L’illuminazione invece è prodotta da un piccolo generatore eolico che … ora va … ora non va !!!

Verso sera ci prepara una bella cenetta: spaghetti al ragù e perfino alcuni filetti di sgombro.

Io non ho veramente il coraggio di chiedergli da dove li avesse mai tirati fuori !!! Ci offre pure del vino!!!

Rivedo Nero a Trelew (a più di 350 km da lì !!!) il giorno della partenza per Buenos Aires.

Mentre passeggio per il centro di Trelew scorgo una “faccia nota” intenta a guardare una vetrina !!

Olà … Nero dico io !!! … si gira e quasi sviene !!!
Dal negozio esce sua moglie (che però secondo me è sua figlia !!!) e un ragazzo sui 15 anni che mi dice essere suo figlio (che però per me è il fratello della moglie … no no della figlia volevo dire !!)…. mah, proprio non ci capisco più niente !!!
Li invito tutti e tre a prendere un gelato … mi racconta cosa stava facendo lì … e poi ci salutiamo!



Il finale a Buenos Aires
Partiamo da Trelew per Buenos Aires il pomeriggio del 18 Febbraio.
Sono quasi 1700 km e, come il tratto Buenos Aires – Bariloche, opto per il “coche cama”.
Anche qui, come del resto tra Esquel e Trelew e poi da Trelew a Comodoro, il panorama è sempre inesorabilmente lo stesso: STEPPA (tendente al desertico!!!). Qualche accenno di verde solo in prossimità di  Viedma, Bahia Blanca, Mar del Plata.
Passo tutta la notte in pullman ma, a differenza del tratto Buenos Aires-Bariloche, questa volta non riesco a dormire.
Arriviamo nella capitale alle 9 del mattino sotto un diluvio universale.
La cosa che più mi preoccupa è lo scatolone della bici: se durante le operazioni di scarico dei bagagli si bagna … ebbene sì, si squaglia !!
Con un po’ di fortuna va tutto liscio e, con qualche difficoltà per via dei taxi “poco disponibili”, riusciamo comunque a trasferirci in un albergo del centro.
Siamo un po’ stanchi e poi, non so esattamente perché, non abbiamo molta voglia di andare in giro per la città. Con l’aiuto di internet, cerco comunque di organizzarmi.
Le strade di Buenos Aires per me non sono una novità e, francamente, devo proprio dire che non mi hanno mai attratto.
Cammino fino allo sfiancamento totale per le strade di Recoleta, Retiro, Puerto Madero, San Telmo, La Boca, ecc..  Pullman stracarichi di turisti si soffermano davanti alla Casa Rosada e ai palazzi ministeriali e poi percorrono le vie principali, l’ Avenida 9 de Julio in testa.
Buenos Aires vive in questi giorni un momento molto particolare: si celebra la ricorrenza del Bicentenario e nel contempo sono in corso diverse manifestazioni per le primarie in vista delle elezioni di ottobre per la nomina del nuovo presidente della repubblica.
Nella Plaza de Mayo, davanti alla Casa Rosada, vi sono parecchi “banchetti” a sostegno di una candidata molto speciale, la peronista Cristina Fernandez de Kirchner, moglie dell’appena defunto presidente Nestor Kirchner.

Buenos Aires è, si sa, una città dominata dal “tango”. Sabato 19 ho la fortuna di assistere proprio sotto l’Obelisco ad uno spettacolo di Tango memorabile a cui partecipano un’infinità di personaggi, voci e coppie di ballerini bravissimi … e naturalmente il bandoneon più famoso di tutta l’area porteña.
Nei giorni successivi vado per musei e gallerie d’arte moderna. Visito il Malba (Museo de Arte Latinoamericano), il Mamba (Museo de Arte Moderna), il Museo Nacional, il Museo del Ferrocaril Argentino, le opere esposte alla Casa Rosada  … bastaaa, no ne posso più!!  ... martedì 22 Febbraio, si torna  casa !!

Buenos Aires: parco antistante il Museo Nacional de Belas Artes: “Floralis Generica”








































Buenos Aires: quartieri per turisti a La Boca

… IL RIENTRO A LINATE: … sì sì, sono proprio loro !!!!






























I PERNOTTAMENTI 
  • 28.01.2011 Puerto Montt, Residencial Jardins del Sur, costo individuale 9000 CLP-14,1 Euro
  • 29.01.2011 Ancud, Petit Hotel lacuy, costo individuale 9000CLP-14,1Euro
  • 30.01.2011 Castro, Hostel Santiago de Castro, costo individuale 7000CLP-11,0 Euro
  • 31.01.2011 Quellon, Cabanas San Pedro, costo individuale 11000CLP-17,2 Euro
  • 01.02.2011 In viaggio per Raul Marin Balmaceda 
  • 02.02.2011 La Junta, Alto Melimoyu, costo individuale 18500CLP-29,0 Euro
  • 03.02.2011 Vila S.ta Lucia, Cabanas Illampu+Cena, costo individuale 18000CLP-28,3 Euro
  • 04.02.2011 Futaleufù, Hospedaje, costo individuale 6000 CLP-9,4 Euro
  • 05.02.2011 Esquel, Hostel Cordillera, costo individuale 70AR$-13,1 Euro
  • 06.02.2011 Tecka, Estacion YPF, costo individuale 100AR$-18,8 Euro
  • 07.02.2011 La Pampa de Agnia (da Nero) CAMPEGGIO LIBRE                                                   
  • 08.02.2011 Los Altares, Hospedaje ACA, costo individuale 78AR$-14,7 Euro
  • 09.02.2011 Las Plumas, Hospedaje El Viejo Hotel, costo individuale    50AR$-9,4 Euro
  • 10.02.2011 Digue Florentino Ameghino, Media Luna, costo individuale 60AR$-11,3 Euro
  • 11.02.2011 Dovolan, Hospedaje, costo individuale 65AR$-12,2 Euro
  • 12.02.2011 City Hotel, Trelew, costo individuale 100AR$-18,8 Euro
  • 14.02.2011 Hospedaje Belgrano, Comodoro Rivadavia 150AR$-17,0 Euro
Altri dati:
- peso bagaglio alla spedizione: 25kg scatolone bici, 12,5kg borsa stiva, 6kg bagaglio a mano
- da Buenos Aires a Bariloche in pulmann (1650km/20h/540AR$_passeggero+35AR$_bici)
- da Bariloche a Puerto Montt in pullman (360km/7h/130AR$_passeggero+0.0AR$_bici)
- da Quellon (Chiloè) a Raul Marin Balmaceda in nave (10h navigazione/25000CLP_passeggero)
- da Puerto Montt (Cile) a Playa Union (Argentina) in bicicletta (1340km/16gg)
- da Trelew a Comodoro Rivadavia a/r in pulmann (380+380km/5+5h/102+102AR$_passeggero)
- da Trelew a Buenos Aires in pulmann (1700km/20h/415AR$_passeggero+138AR$_bici)
- Cambi medi durante il viaggio
- 1 Euro = 5.32 AR$ (Peso Argentino)
- 1 Euro = 636.43 CLP (Peso Cileno)

No comments:

Post a Comment